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giovedì 4 settembre 2008

Amarula e vecchi amuleti.


Agosto 2008, Kisoro Uganda ai confini con il Congo. Ieri abbiamo visto i gorilla in Congo: l’esperienza clou di tutto il viaggio in Uganda. Oggi nel gruppo, con cui condivido questo viaggio africano, c’è una strana atmosfera. Da una parte la gioia per aver goduto di una esperienza davvero unica e per la maggior parte di noi probabilmente irripetibile, dall’altra una sorta di velata tristezza: ormai il viaggio entra nella sua parte finale e si avvicina purtroppo per noi il momento di rientrare in Italia. In realtà ci aspettano ancora il lago Mburo, le mitiche sorgenti del Nilo e le Sipi Falls ma la visita ai gorilla ha rappresentato la chiave di volta di tutto il viaggio.

Anche oggi si parte presto perché ci aspetta il trasferimento a Mburo. Carichiamo il pulmino con i nostri bagagli, prendiamo posto all’interno, facciamo il pieno di carburante ma quando siamo finalmente pronti a partire ci si accorge di avere un pneumatico forato. Fortunatamente questo ci è accaduto a Kisoro che è una cittadina  dotata di un gommista e non chissà dove in qualche strada sperduta nella savana magari tra i leoni. Ma questa è l’ultima fortuna che il destino ci riserva. Ma andiamo per ordine!

Quando parlavo di gommista non mi riferivo certo a quello che ad un europeo la parola evoca, che diamine qui siamo nell’Africa nera! Qua un gommista è un povero Cristo che in precarie condizioni di sicurezza e con attrezzi del tutto inadeguati (un crick malfermo, un pezzo di ponteggio, una punta di trapano molata a formare uno scalpello e una spranga di ferro), assestando mazzate solo apparentemente casuali tenta riuscendoci di smontare il copertone dal cerchione, aprire il cerchione, tirare via la camera d’aria, ripararla e rimontare poi il tutto in qualche maniera. Vista la pochezza delle attrezzature e considerando che in Africa il tempo è una risorsa abbondante e nessuno sembra avere mai fretta ci rendiamo subito conto che la riparazione andrà  per le lunghe. La cosa però non ci dispiace affatto. Dopo quasi due settimane di spostamenti serrati  avere un po’ di tempo libero per fare quello che si vuole ci appare come un lusso inaspettato. E così ne approfittiamo. C’è chi ne approfitta per comprare qualche ameno souvenir, chi per fare foto alla popolazione colorata locale e chi per procacciarsi qualcosa da bere o da mangiare. Io chiaramente appartengo a quest’ultimo gruppo. E così dopo essermi rifocillato con coca cola e chapati mi ritrovo chiacchierare con Greta reduce dall’acquisto di un enorme tamburo. Stiamo lì che chiacchieriamo del più e del meno quando all’improvviso, apparentemente dal nulla, si materializza una vecchia scalza e con i vestiti laceri che si mette a ballare accompagnandosi con una nenia tristissima. Io non ho dubbi  è una macumba, magia nera! Ma Greta che è stata in Costa d’Avorio, Ghana, Benin, Togo laddove è nato il voodoo, e di queste cose se ne intende mi dice di no che non è magia nera e che non devo suggestionarmi. Sarà se lo dice lei… Comunque indirizzo la vecchia verso altri compagni di viaggio e ricomincio a chiacchierare. Ma la vecchia non demorde e si riavvicina. Sto per tirare fuori una moneta da 500 scellini per porre fine alla macumba (perché per me si tratta chiaramente di macumba) quando Greta mi ferma. Mi dice che non è bene dargli dei soldi e che non c’è niente di cui preoccuparci! Adesso non è che io sia superstizioso ma 500 scellini potevamo anche darglieli, in fondo sono solo 20 centesimi di euro. E poi  mi ricordo di aver letto da qualche parte che la differenza tra magia “bianca” e magia “nera” è solo questione di prospettiva la prospettiva di chi opera la magia e secondo me la vecchia se gli avessimo dato qualcosa ci avrebbe visto da una prospettiva migliore. Ma questo a Greta non lo dico, che diamine sono un uomo, razionale e devo mantenere un certo contegno… mentre penso queste cose il pulmino cade dal crick e nel cadere si sfonda il serbatoio che inizia a perdere benzina. L’avevo detto! Lo sapevo! Greta non mi dire che non l’avevo detto che era macumba e che gli potevamo dare il soldino alla vecchia. Ma Greta non si scompone e intanto la vecchia così come era apparsa all’improvviso, così all’improvviso scompare…

Beh adesso si è fatto tardi e vado a dormire ma se volete sapere come è andato il resto del viaggio non vi resta che aspettare domani e il resto del racconto.

 

TO BE CONTINUED…

3 commenti:

luther blisset ha detto...

What a wonderful tale.

Dian Fossey

Alessandro De Benedetti ha detto...

Hai parlato dei gorilla e non hai raccontato dell'incontro più suggestivo di tutti, quello con il PAPPANDREU. L'hai visto da vicino? Vi siete sfiorati? Hai avuto paura?
Ah... ma vedo che hai scritto "to be continued", allora probabilmente ce ne parlerai nel prossimo post.

P.S. Era sicuramente una macumba e i 500 scellini andavano assolutamente dati. L'incidente del serbatoio è soltanto l'inizio...

lucaft ha detto...

Non vorrai mica che mi sprechi a fare un commento prima che sia finita la storia?


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Per il logo si ringrazia Lucaft qui ritratto in foto