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sabato 29 settembre 2007

Luther Blisset



Io sono democratico per cui decido io. Non consentirò commenti anonimi a questo blog! Ognuno dovrebbe avere il coraggio delle proprie opinioni. Però forse ha ragione Paola quando dice a proposito dei commenti anonimi "più che coraggio si tratta di pigrizia (aprire un account google?), o di incapacità (e come si fa?)".

Per questo ho creato un account Google a nome collettivo che chiunque potrà usare per lasciare i propri commenti. A questo punto anche i più pigri sono accontentati: il lavoro di creare un account Google l'ho fatto io per voi! I commenti potranno essere lasciati così in forma anonima o (e la cosa sarebbe certamente più gradita) firmati con nome e cognome o con le iniziali o con uno pseudonimo, fate voi. Il limite di ciò e che chiunque potrà lasciare commenti a nome di qualcun altro...

Il nome con cui lascerete i commenti sarà Luther Blisset che vedete sopra riporato in foto.

A questo punto le istruzioni operative:

per lasciare un commento nei campi da riempire con i dati dell'account Google nel campo NOME UTENTE scrivete: luther-blisset@hotmail.it e nel campo PASSWORD scrivete: "morcatana" come il nome di questo blog.

Spero di essere stato chiaro e nel dubbio di non esserlo stato a sufficienza aggiungo un immagine spero esplicativa.

giovedì 27 settembre 2007

MORCATANA


Fermate tutti gli orologi

isolate il telefono

fate tacere il cane con un osso succulento.

Chiudete i pianoforti

e tra un rullio smorzato,

portate fuori il portatile.

Si accostino i dolenti.
Incrocino aeroplani, lamentosi, lassù

e scrivano sul cielo il messaggio:
MORCATANA E' NATO.


Eh si, proprio così! La votazione democratica si è conclusa e voi assidui e fedeli frequentatori del blog ne avete scelto il nome: Morcatana, appunto.


E' morcatana sarà:

il vostro nord, il vostro sud,

il vostro est e ovest,

la vostra settimana di lavoro

e il vostro riposo la domenica,

il vostro mezzodì, la mezzanotte,

la vostra lingua, il vostro canto.


PS. Avrei qualcosa da ridire sulla vostra assiduità e fedeltà ma lasciamo stare...

lunedì 24 settembre 2007

THE SIMPSONS


Ieri ho visto al cinema "I SIMPSONS - IL FILM". Posso dire solo una cosa :

"MITICO"


  1. M come "Miss K Lorina" (Bart)

  2. I come "Il fatto che non mi interessi quello che stai dicendo, non vuol dire che non ti stia ascoltando" (Homer)

  3. T come "Tentare è il primo passo verso il fallimento" (Homer)

  4. I come "Il mio ometto tutto speciale ..." (Marge riferendosi a Bart)

  5. C come "Ciucciati il calzino" (Bart)

  6. O come "Ok cervello, io non piaccio a te e tu non piaci a me... ma facciamola questa cosa così potrò tornare a bombardarti di birra... affare fatto." (Homer)

Chi non vedrà il film è un FLANDERS

venerdì 21 settembre 2007

MITUMBA (part II)


Dicevamo, la mamma tedesca lascia la maglia da calcio usata nell’apposito cassonetto per la raccolta e... A questo punto devo confessare di essermi appisolato. Perché in TV le cose interessanti le trasmettono solamente a notte tarda, ad orari impossibili? Perchè? Vabbè ma questo è un altro discorso. Comunque tornando alla maglia tedesca credo di aver capito nel dormiveglia che dalla Germania è arrivata ad Ercolano (Ercolano?!?) e da qui via nave a Dar Es Salam. E qui mi risveglio! A Dar Es Salaam che sta in Tanzania, di cui è la capitale economica, il mese scorso ho trascorso un paio di giornate. E le immagini trasmesse dalla televisione mi sono familiari e mi rievocano vividi i ricordi africani. E qui a Dar Es Salaam che i vestiti usati provenienti dall’Europa sotto forma di balle diventano Mitumba (allora è vero quello che pensavo è proprio swhaili e significa: balla!). Tra l’altro i tanzanesi definiscono questi mitumba come i vestiti degli uomini bianchi morti. Per loro è infatti inconcepibile che una persona viva si possa separare da dei vestiti che sebbene usati sono ancora in accettabile stato di conservazione. Ma gli africani nell’arte del riciclo sono dei maestri insuperabili, nulla viene buttato così i copertoni usati diventano suole per scarpe, le bottiglie di plastica imbuti e tazze. La nostra società dei consumi tanto avrebbe da imparare…
Comunque a Dar Es Salam c’è un mercato all’ingrosso di mitumba e la nostra maglietta, protagonista di questa storia, insieme a tanti altri vestiti riuniti in una balla di circa mezzo metro per mezzo metro per un metro viene venduta per 70.000 scellini tanzanesi ad un mercante di mitumba. Ora 1.700 scellini valgono circa un euro e 70.000 scellini (fate voi i conti) sono una bella cifretta per quei posti. Ma poi la signora tedesca la maglietta non l’aveva regalata? Adesso perché la vendono? Chi ci specula sopra? Sicuramente l’hanno detto quando dormivo maledizione! Vabbè! Comunque a questo punto il nostro mercante che fino a qualche anno prima faceva il contadino, (il terziario avanza anche a queste latitudini!) carica la sua balla su un autobus carico all’inverosimile e la nostra maglietta inizia il suo viaggio verso l’interno della Tanzania fin ad arrivare in un altro paese dove si svolge un mercato al dettaglio di mitumba. Qui ogni singolo capo di vestiario viene messo all’asta e venduto al migliore offerente. Tutte le contrattazioni vengono portate avanti con gesti concitati e il tutto ricorda la sala contrattazioni di Wall Street. A questo punto la nostra maglietta, insieme a molti altri capi di vestiario viene acquistata da una donna che si occuperà della vendita di questi capi agli utenti finali. Utenti finali che sono poi gli abitanti del suo villaggio di origine che si trova in un angolo remoto della savana, per cui la donna affronterà un viaggio di diversi giorni con i mezzi di trasporto più disparati ed improbabili tra zebre e giraffe. Ora questa donna non è una dilettante del commercio di mitumba ma è una che ha studiato, ha fatto addirittura un master! Il master è stato organizzato da una associazione di donne tanzanesi (in Africa sono le donne il vero motore dell’economia!), e lì in una baracca che funge anche da scuola le hanno insegnato cosa è il profitto. L’insegnante scrive sulla lavagna e spiega alle donne aspiranti venditrici che se comprano una balla a 70.000 e poi vendono il contenuto per un guadagno totale di 40.000 allora non va bene perché così c’hanno rimesso! Una bella lezione di economia reale basata su logiche semplici e elementari. Magari questo si potesse sempre dire anche dell’economia finanziaria!
La maglietta è giunta così alla fine del suo lungo viaggio: viene indossata da un bambino del villaggio a cui la madre compra questa maglietta “nuova”.
Ma anche i mitumba hanno le ore contate infatti i cinesi, maledetti sono sempre loro, stanno invadendo il mercato africano di falsi mitumba. Cioè vestiti nuovi di pessima qualità e fattura che vengono venduti come mitumba.
Che penso di tutta questa storia? Beh la prossima volta che torno in Africa mi porterò un sacco di magliette usate da lasciare direttamente ai bambini, magliette magari della Roma! Vedere tutte quelle maglie di Juve, Inter e Milan indossate dai quei piccoli calciatori di colore non mi è piaciuto per niente: è diseducativo!

giovedì 20 settembre 2007

MITUMBA


L’altro ieri sera, in seconda serata dopo aver visto Ballarò, stavo seguendo distrattamente la TV. Vespa stava dipanando con solerzia i misteri sull’eredità di Pavaraotti e sull’amore che lo legava alla Mantovani. Ho cercato di appassionarmi alla discussione ma non appartenendo ahimè all’asse ereditario mi sono accorto che di tutta la discussione non me ne importava una beata mazza. Cambio canale, si parla ancora di Grillo. Chissà perché se ne parla solo ora e solo in funzione dei commenti dei politici di turno. Polemiche sterili e che non entrano mai nel concreto dei problemi sollevati dal comico genovese. Vaffanculo. Cambio ancora canale e distrattamente sento su rai 3 pronunciare la parola “mitumba”. Qualcosa si accende! Il termine sembra appartenere alla lingua swhaili. Questa estate sono stato in Tanzania, dove appunto si parla lo swhaili, e in questa lingua che sembra quella propria dei bambini piccoli in età prescolare tutte le parole finiscono per umba, ambo, ungo ecc. Mi concentro sulla trasmissione che è presentata da Fabio Volo e capisco che sta presentando un documentario che si intitola appunto Mitumba. L’autore, intervistato da Volo, spiega che guardando alcune foto scattate dalla moglie in Burundi qualche anno addietro si era accorto che un bambino immortalato in una fotografia indossava una maglietta su cui campeggiava la scritta: Circolo Ippico Olgiata. A parte lo stridore di vedere accostati uno dei paesi più poveri del mondo col centro ippico di una delle zone più esclusive di Roma, incuriosiva l’autore la storia di questa maglietta che presumibilmente dismessa da qualche facoltoso rampollo romano era stata data in beneficenza a qualche associazione umanitaria che l’aveva fatta poi recapitare in Africa a quel bambino ripreso nella foto. A questo punto la trasmissione ha tutto il mio interesse. Come dicevo il mese scorso ero in Africa. Quando vado all’estero, come sanno bene i miei compagni di viaggio, non mi documento mai prima sulla mia meta e non uso guide. Non voglio che le mie sensazioni le impressioni suscitate si di me dai posti e dalle persone del luogo siano in qualche modo influenzate dalle impressioni e dai suggerimenti di altri. Quando però torno a casa divento avido di notizie sul paese visitato. A questo punto mi interessa confrontare le esperienze personali riportate con quelle di altre persone che quegli stessi posti hanno visitato. A questo punto gli appunti di viaggio di altre persone acquistano significato perché solo ora so di cosa stanno parlando. Per questo questa storia della maglietta mi interessa. Anche perché girando per la Tanzania mi aveva stupito la presenza massiccia di T shirt con scritte occidentali, in maggioranza magliette di squadre di calcio comprese quelle delle squadre italiane. Tornando alla trasmissione di Volo l’autore spiega che a quel punto aveva pensato di realizzare un documentario che seguisse la vicissitudini di una maglietta da calcio dismessa da un bambino tedesco e lasciata dalla mamma in un cassonetto per la raccolta degli abiti usati.
A questo punto però s’è fatto tardi e devo andare per cui il resto della storia ve la racconto domani.

TO BE CONTINUED….

martedì 18 settembre 2007

Canta che ti passa


Dopo la marchetta di ieri per il libro di mio fratello anche oggi un'altra marchetta! Certo se il buongiorno si vede dal mattino... E pensare che neanche mi pagano!

Comunque se suonate la batteria ma il vostro vicino vi minaccia con uno stinger! Se siete dei virtuosi dell'arpa celtica ma i vostri genitori vi hanno intimato un trasferimento coatto in Irlanda! Se amate cantare ma quando lo fate interviene l'unità di crisi della protezione civile.

Bene da oggi tutto questo non è più un problema. Alla montagnola in un delizioso e luminoso interrato Teto "Briatore" Riga, Massimo "Roscio" Di Gianvincenzo e Teresa hanno aperto due sale prova musicali, insonorizzate e dotate delle più avveniristiche strumentazioni musicali e di amplificazione. I prezzi sono modici, almeno a quanto mi riferisce Bono, e per qualche euro in più lo staff vi può far trovare qualche groupies nei bagni che rappresentano il vanto del centro musicale.

Per ogni altra informazione o richiesta "particolare" http://www.ridimusic.it/


PS In reltà apriranno solo tra qualche giorno ma voi intanto informatevi lo stesso.

lunedì 17 settembre 2007

Consigli per la lettura: "PURPUREO E GIALLO E' L'ULTIMO RESPIRO"



Purpureoeggialloèlurtimorispiro
“NUN PJATE QUELLA MEDDICINA DUE”

chenfatti cuesto libbro parla decerte cose che succedono inumposto ndo senventeno delle medicine incredibbili che cesemore cestà naregazzetta che achiameno erga, collacca davanti, che stà inumposto spazziale drento all’università collamichi e puro co lisorci allora lei umpò sela comanna eddice aregà io sò io e mò famio nesperimento teribbile che poi io divento famosa e medanno ernobbe dooscenzato chenfatti staregazzetta ancerto punto parla coiricercatori e iespiega lesperimenti cannodafa perchè lei nun è bbona che poi sta erga deve esse che cuanno era piccola prima è passata sotto nascala poi arotto trespecchi eppoi iattraversato lastrada unsambodromo degatti neri chenfatti prima ie more er professore suo e doppo lamica sua puro che poi scopre che quella zozza dell’amica sua se faceva engroppà dar professore che era puro padre de nantra amica sua che però questa nun stira ercarzino erga e lamichi sua ancerto punto che stanno all’università sepenzano tutti inzieme annamio appescasserolo a ammucchiasse, che labbruzzo costa meno der trentino e arisaparambiamo e poi ce so pure larrosticini. enfatti sammucchiano anche se poi per lei era la prima volta che prima nfatti sera fatta toccà solo da un bambino nano mezzoschifoso che cià la madre sudamericana che sa cucinà na pappa gialla mezzaschifosa puro quella che poi scopre che lassassino nun era er falegname che scriveva poesie incomprensibili e manco er maggiordomo cinese ma lamico suo con cui se cera ammucchiata così larresteno er libbro finisce.

Che poi mifratello accoltivava certe piante medicinali surterrazzo demimadre e anzi mò che ce penzo mesa che stolibbro la scritto lui.

Euri diecienovanta (chissaperchè nun hanno fatto undici)
Foschi editore

venerdì 14 settembre 2007

Cominciamo dal titolo

Siccome questo vuole essere un blog democratico, ho deciso unilateralmente di lasciare a tutti i frequentatori del blog la scelta del nome del blog. Potrete votare il nome tra quelli scelti da me (democraticamente) o proporre un nome voi stessi lasciando un commento a questo post. Buon fine settimana.

A tutti gli arrampicatori (sociali e non)

Vertical FonteRomaEur: Palestra di arrampicata a Fonte Meravigliosa.
Vi aspetto e portate i cerotti

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Per il logo si ringrazia Lucaft qui ritratto in foto