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venerdì 22 maggio 2009

MILLS


Con la musica di “Uno su mille” di Gianni Morandi




UNO SU MILLS


Se sei a terra non strisciare mai

Se ti diranno “sei finito” non ci credere

Devi contare solo su di te

Uno con Mills ce la fa

Basta che faccia scena muta

La busta l’hai già avuta.

Dal passato non potrai avere mai più guai

La Cirielli poi l’indulto, dai che lo sai

Rinuncia al lodo e ammetti che

È stata solo una tua idea

I soldi a Craxi e All Iberian.

Secca un po’ farti sgamare

La Gandus lei lo sa.

Su, hai barato e hai bluffato dai

Ma questa sera metti a nudo la tua Fininvest

Perdi la faccia però ritrovi te

Uno con Mills ce la fa

Non rifilarci una smentita

Sei già immune a vita

Uno con Mills ce la fa

Lo sanno tutti come è andata

Non far la sceneggiata

Uno con Mills ce la fa!

Testo: Banda Osiris

giovedì 14 maggio 2009

PAPAYA DANCE


E’ estate. E come tutte le estati anche quest’anno verremo inesorabilmente sopraffatti da qualche “tormentone” estivo.

Eh si perché ogni estate ciccia fuori una canzoncina facilmente orecchiabile e ballabile senza richiedere troppe abilità specifiche, possibilmente fessa, che partendo dapprima in sordina da qualche posto sperduto del mondo, acquisisce fama planetaria. La diffusione che inizialmente parte lenta ad un certo punto grazie a meccanismi di feedback positivo (vedi complesstà e caos ) si amplificano a dismisura con un processo di auto amplificazione. E’ successo tanto per fare un esempio con la macarena nel 1996, con Aserejè del Las Ketchup nel 2002, con Chihuahua  di DJ Bobo nel 2003 e via via fino ad Umbrella di Rihanna più recentemente.

Tutte queste canzoncine hanno degli aspetti comuni: hanno un testo stupido (se non ci credete cercate la traduzione su internet di qualcuno di quelli sopra citati), sono orecchiabili, hanno un ritornello che viene ripetuto ossessivamente, sono cantati da cantanti semisconosciuti che dopo il successo planetario estivo ritornano generalmente nell’anonimato da cui sono venuti, e soprattutto sono facilmente ballabili anche da un geometra del catasto.

E tutti noi ogni anno dobbiamo fare i conti con il tormentone estivo di turno. All’inizio tentiamo di difenderci: quando le riconosciamo per radio cambiamo stazione, ci rifiutiamo di ballarle autoriconoscendoci una certa dignità. Ma poi con l’amplificarsi del fenomeno capitoliamo, subentra in noi un atteggiamento più passivo, non tentiamo più di difenderci e ci lasciamo sopraffare dall’ineluttabile impatto mediatico del tormentone di turno. Alzi la mano chi di voi non ha almeno una volta ballato la macarena, magari sotto l’effetto dell’alcol!

Ma quest’estate cambio strategia. Non rimarrò passivo ad aspettare passivamente. Quest’anno voglio essere io a influenzare gli altri.

E per questo anticipando i tempi vi propongo quello che secondo me sarà il tormentone dell’estate: la “Papaya Dance”. Per una volta voglio essere io ad aiutare la diffusione e l’amplificazione di un tormentone estivo. La “Papaya Dance” ha tutte le carte in regola per diventare il prossimo tormentone: è stata scritta da una illustre sconosciuta, tale Urszula Dudziak polacca di nascita; ha un testo beota (dice “pirpiripii piripiripii pipiri pipiri …”), la potrebbe ballare anche un parkinsoniano, ed ha cominciato a diffondersi in un posto discograficamente parlando sconosciuto: le Filippine.

E nelle Filippine il fenomeno della papaya dance ha già dell’incredibile. Viene ballato in ogni dove; in caserma dall’esercito, in prigione dai detenuti e anche dall’ambasciatrice USA.

Non voglio prendermi però tutto il merito della scoperta. In Italia Victoria Cabello nel suo programma trasmesso da La7 “Victor Victoria” sta già spingendo il fenomeno come avrete potuto vedere nel riquadro qui a fianco. Ma io nel mio piccolo farò del mio meglio per diffondere la papaya dance e chiedo a voi di fare altrettanto. Se diventerà il tormento dell’estate potremo sempre così dire che è stato anche un po’ merito anche nostro.

E intanto un compitino per casa. Chi riesce a trovare l’ASCII Papaya Dance, analogamente a l’ASCII Macarena riportata sotto?

 

 

   o      o     o    o     o             o>    o
  .|.    \|.   \|/   //    X     \      |    <|    <|>   (ASCII Macarena)
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martedì 12 maggio 2009

KNOCK ON THE TAX HEAVENS DOOR


Ho visto la puntata di domenica scorsa di Report sui paradisi fiscali ed in particolare sul nostro paradiso fiscale domestico: San Marino.

Beh la storia la sapete. Per sommi capi: San Marino possiede una legislazione in materia finanziaria e fiscale abbastanza allegra. Se società straniere, cioè italiane, vogliono risparmiare un bel po’ di soldini di tasse è sufficiente che fissino la loro sede legale a San Marino dove il regime fiscale è molto leggero. Se poi producono e vendono in Italia poco importa. Anche le banche sammarinesi fanno affari d’oro. A loro poco importa della provenienza dei soldi depositati. E così nelle loro casse, con la compiacenza delle principali banche italiane e con la latitanza della Banca di Italia che dovrebbe vigilare su tutto questo ma che invece si dimentica di farlo, finiscono i soldi degli evasori italiani, i soldi della malavita e i soldi provenienti da operazioni di riciclaggio.

I magistrati italiani che indagano su questi movimenti finanziari poco leciti cercando di far rispettare le leggi italiane e comunitarie contro l’evasione ed il riciclaggio, vengono fermati da una legge del 1939 che regola i rapporti tra Italia e San Marino. Questa legge che lascia alla repubblica di San Marino la facoltà di collaborare o meno con le autorità italiane per frenare questi comportamenti illeciti, fa giurisprudenza ed ha maggiore valore delle leggi italiane e comunitarie.

E qui non capisco. Ma come? Le leggi europee hanno maggiore valore delle leggi nazionali, tanto che siamo sempre oggetto di moratoria da parte della UE perché le normative nazionali non recepiscono correttamente le direttive CEE, e una legge del 1939 fa il bello e il cattivo tempo e se ne infischia dell’Europa tutta? Ma come è possibile?

Ci voglio vedere meglio e mi documento. La legge in oggetto è stata firmata da Vittorio Emanuele III Re d’Italia e di Albania e Imperatore di Etiopia. Ah ecco tutto si spiega! Deve essere che una legge imperiale vince su una semplice legge promulgata da una misera repubblica. E adesso come si fa a cambiarla? Ci vorrebbe un personaggio almeno equipollente a re Vittorio Emanuele III… Ma forse ce l’abbiamo: Emanuele Filiberto di Savoia! Certo non sarà a capo di due regni e di un impero come il bisnonno ma ha pur sempre vinto l’edizione di”Danzando sotto le stelle” mica bruscolini e poi adesso si presenta pure alle elezioni… Ma dobbiamo aspettare il ragazzo si deve ancora fare…

Allora se la legge non si può cambiare dobbiamo trovare un’altra soluzione. Io forse ce ne ho una e la voglio proporre al nostro governo che è il governo del fare e non si fossilizza certo sul rispetto di leggi e leggine. Tra l’altro quella che propongo è una risoluzione globale al problema dei paradisi fiscali che non interessa solo l’Italia ma tutto il mondo occidentale. Ecco come si risolve il problema dei paradisi fiscali:si invadono e si annettono.

Non è difficile! Tutti i paradisi fiscali sono staterelli minuscoli, non dotati di un vero esercito che quando c’è e solo di rappresentanza. Non opporranno certo una strenua resistenza. Per le potenze mondiali invaderli sarà un gioco da ragazzi. Il problema è spartirli equamente tra le varie nazioni. Al prossimo G8 Berlusconi potrebbe proporre ai suoi amici (Angela, Nicolas, Barack, Vladimir, Gordon, …) che l’Italia invade San Marino, la Francia il Principato di Monaco, la Spagna il Principato di Andorra, il Regno Unito le isole della Manica: Jersey, Guernsey e l’isola di Man, la Germania il Liechtenstein, gli Stati Uniti le Cayman e le isole Vergini. Rimarrebbe fuori solo la Russia a cui però potrebbero assegnare d’ufficio Cipro. La Cina Hong Kong se la è già ripresa e per il Giappone qualcosa si trova.

Si stabilisce un giorno facile da ricordare per i futuri studenti di storia, tipo 10/10/2010, è in quel giorno tutti questi staterelli vengono annessi dalle varie potenze mondiali e ne recepiscono le leggi e la costituzione. Fine dei giochi.

Credo però che questo non succederà. E non certo per il rispetto delle leggi internazionali. Tutto sommato credo che l’esistenza di questi staterelli con i loro privilegi faccia comodo a troppe persone.

venerdì 8 maggio 2009

43 (XLIII)


L’altro giorno è stato il mio compleanno. Ho compiuto 43 anni. Ahimè. E’ una età per cui si devono cominciare a tirare le somme. E siccome tirare le somme della mia vita è un esercizio che trovo alquanto deprimente, le tirerò più semplicemente sulla età, intesa come numero: quarantatre.

Quarantatre, visto così sembra un numero banale, come tanti altri. Ma in reltà così non è! Vediamo perché. Innanzitutto è un numero primo, divisibile cioè solo per se stesso. Ma non finisce qui. Se si sommano le due cifre che lo compongono il quattro e il tre si otienne sette che è anch’esso un numero primo e questo le rende un numero primo, per così dire un po’ speciale. E infatti questo avviene solo per tre dei tredici numeri primi che lo precedono ( il 23, il 29 e il 41).

Ma ciò che lo rende davvero speciale è che è un numero primo gemello. In particolare il suo gemello è quarantuno, che ho compiuto due anni fa. In matemaica si definiscono gemelli quei numeri primi consecutivi in cui il secondo è uguale al primo più due. Due numeri primi non possono essere più vicini di così! Infatti sommando l’unità ad un numero primo si ottiene un numero pari che essendo per definizione divisibile per due non può essere primo. Per questo tutti inumeri primi, ad eccezione del due, sono dispari. Quindi quarantatre, con buona pace di Paolo Giordano e della sua “Solitudine dei numeri primi”, è un nmero primo un po’ meno solitario degli altri avendo un suo gemello.

La prossima coppia di numeri gemelli sono settantuno e settantatre. Chissà se sopravviverò al mio settantatreesimo compleanno... In teoria dovrei. La vita media per un uomo in Italia è di 77 anni nel 2005 ma è stimato che sarà di 83 anni nel 2050. Facendo due rapidi conti dovrei spirare nel 2049 a 83 anni. Bene! I prossimi numeri primi gemelli sono a portata anagrafica. Per la coppia successiva, 101 e 103, la vedo più difficile ma se ce la sta per fare Rita Levi Montalcini ce la potrò fare pure io! D’altronde bisogna pure avere degli obiettivi nella vita.

Certo vedere la data della mia morte stimata nel 2049 fa un po’ impressione! Infatti avendo già vissuto 43 degli 83 anni che mi aspettano, realizzo con un tuffo al cuore di aver già dilapidato più della metà della mia vita (circa il 52%)

E se ragiono in termini di numeri primi, le cose non vanno certo meglio. Ho compiuto 43 anni (il quattordicesimo nella serie dei numeri primi) e verosimilmente morirò a 83 anni ( il ventitresimo della serie dei primi). Ho quindi dilapidato circa il 61% dei numeri primi a disposizione…

Meglio cercare conforto in qualche altra disciplina. Il quarantatre è anche il numero atomico del Tecnezio. Il nome mi si addice: faccio l’ingegnere e la tecnica è alla base della mia professione. E poi il Tecnezio, che è un prodotto della fissione dell’Uranio, viene usato come elemento di lega nei metalli per le sue proprietà anticorrosive. Che sia di buon auspicio contro la ruggine incombente dell’età che avanza…

Vabbè mi sembra di aver cazzeggiato a sufficienza. Ma mai come farò l’anno prossimo che ne farò quarantaquattro…. gatti in fila per sei col resto di due…….


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Per il logo si ringrazia Lucaft qui ritratto in foto