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lunedì 3 novembre 2008

COMPLESSITA' E CAOS


Ogni promessa è debito: l’altra volta ( vedi FORMICAI, IMPERI, CERVELLI) avevo detto che avremmo visto come la teoria della complessità possa spiegare tante delle cose che ci circondano, oggi quindi ci occuperemo proprio di questo. Prima però dobbiamo compiere un altro passetto nella comprensione dei meccanismi che regolano i sistemi complessi. L’altra volta abbiamo definito, anche se a grandi linee, cosa è un sistema complesso. Oggi vediamo cosa accomuna tutti i sistemi complessi indipendentemente dalla loro natura. I sistemi complessi non si prestano ad essere studiati a livello dei singoli individui costituenti. Le relazioni che li legano, come infatti abbiamo già visto, non sono lineari per cui tra input ed output non c’è una correlazione diretta di causa ed effetto e il comportamento di ogni attore che prende parte al sistema è influenzato da quello di tanti altri anche non contigui e gli effetti possono manifestarsi anche a distanze temporali notevoli (quest’ultimo aspetto non è trascurabile, pensate al ritardo con cui il rilascio dei vari tipi di freon nell’atmosfera ne ha provocato il buco dello strato di ozono o al tempo che è passato tra le prime emissioni di CO2 agli albori dell’era industriale e i tragici effetti dell’effetto serra che si cominciano riscontrare solo oggi). Per capirci, non possiamo studiare un formicaio analizzando il comportamento delle singole formiche: si spostano in maniera apparentemente casuale e incoerente. Se ci soffermassimo a vedere la singola formica che trasporta un pezzo di foglia verso il formicaio, la vedremmo muoversi a casaccio, avvicinarsi poi allontanarsi, poi posare il pezzo di foglia che poi viene preso in consegna da un’altra formica, ecc. Ci troveremmo di fronte ad un comportamento che preso singolarmente non ha una sua coerenza, almeno apparentemente. Ma se allargassimo la nostra visuale vedremmo una unica fila di formiche che trasporta pezzettini di foglia verso il formicaio comune. Guardando i sistemi complessi nella loro globalità, ed in particolare il loro evolversi cioè la loro dinamica, si nota che indipendentemente che si parli di colonie di batteri o della storia umana, questi si comportano con delle analogie inaspettate. L’evoluzione avviene per salti, a periodi di equilibrio pressoché stabile, in cui la complessità del sistema rimane costante, seguono periodi di forte instabilità chiamate biforcazioni catastrofiche a seguito delle quali il sistema trova una nuova stabilità ad un livello di complessità generalmente superiore ma che può essere anche inferiore. A cosa si deve tale comportamento evolutivo comune a fenomeni così diversi? La dinamica evolutiva è dominata da quei fenomeni di retroazione (feedback) che avevamo gi à visto l’altra volta. Questi meccanismi di retroazione possono essere negativi o positivi. Il feedback negativo è quello che stabilizza i processi ed ha il sopravvento nei periodi di stabilità. Prendiamo per esempio il semplice termostato del nostro impianto di riscaldamento: all’aumentare della temperatura ambiente il termostato opererà una diminuzione della temperatura dell’acqua che scorre nei termosifoni con conseguente diminuzione della prima variabile che così, a parte oscillazioni dovuti al ritardo del meccanismo di feedback, porta a mantenere costante la temperatura. Accanto ai meccanismi di feedback negativo, convivono meccanismi di feedback positivo. Questi meccanismi a differenza dei primi tendono ad amplificare le grandezze di input del sistema e prendono il sopravvento sui primi nei periodi di instabilità, sono gli attori principali nelle biforcazioni catastrofiche. Ora facciamo prima qualche esempio di feedback positivo e poi faremo alcune considerazioni sulle transizioni catastrofiche dei sistemi complessi. Sono esempi di feedback positivo, l’avvento dei CD sui dischi di vinile: le prime vendite di CD e conseguentemente di lettori CD spinte dall’innovazione tecnologica intrinseca del prodotto ha indotto le case discografiche a ridurre l’offerta di dischi in vinile. Ciò ha indotto sempre più clienti ad abbandonare i vecchi sistemi di riproduzione musicale per passare al CD con aumento delle vendite di quest’ultimo. Analogamente è avvenuto per le videocassette VHS nei confronti delle Betamax, all’inizio le vendite dei due sistemi si equiparavano poi le vendite del primo sistema, per ragioni puramente commerciali, hanno cominciato a crescere innescando così un fenomeno di retroazione positiva che ha portato praticamente alla morte commerciale del betamax. Questo anche se a detta di tutti il VHS era tecnologicamente inferiore al betamax. Quindi attenzione perché non sempre il feedback positivo porta a conseguenze positive! Tornando alle transizioni catastrofiche, queste a discapito del nome non sono generalmente negative di per sé, cioè lo sono a livello dei singoli individui ma non è detto che lo siano a livello del sistema nella sua globalità. Infatti pongono fine ad un sistema di stabilità e ciò consente al sistema di evolversi nella maggior parte dei casi o di involversi in qualche altro caso. Nel periodo di transizione catastrofica i meccanismi amplificatori prendono il sopravvento e il sistema diventa caotico. Diventa cioè sensibilissimo alle variazioni, anche piccole, delle variabili in gioco (avete presente l’effetto farfalla? Il battito delle ali di una farfalla in Brasile che può causare un temporale a New York). Eventi locali perturbatori che in condizioni di stabilità sarebbero state riassorbite dal sistema stesso grazie ai meccanismi di feedback negativo, hanno ora effetto sull’intero sistema con conseguenze inimmaginabili. Hitler, che era un ex caporale dell’esercito e che non era neanche riuscito a laurearsi in architettura e vivacchiava facendo l’imbianchino, ha rappresentato per la storia umana quello che il battito d’ali della farfalla rappresenta per il clima planetario. Se Hitler fosse vissuto in un periodo di stabilità della storia tedesca, le sue farneticazioni sarebbero state riassorbite dal sistema e probabilmente avrebbe continuato a fare l’imbianchino per tutta la vita. Ma purtroppo per la storia è vissuto in un momento di instabilità e le conseguenze di questo sono state, queste si, catastrofiche per l’intera umanità. Passato il periodo della seconda guerra mondiale, che in termini di sistemi complessi ha rappresentato una biforcazione catastrofica, le nazioni coinvolte si sono riorganizzate in sistemi, a più alta complessità, la cui stabilità dura ancora oggi. Per tornare a fatti più nostrani, un esempio di biforcazioni catastrofica è stata rappresentata dal fascismo a cui è seguito un lungo periodo di stabilità garantito da un sistema partitocratrico che ha assorbito tutte le perturbazioni, prima tra tutte quella rappresentata dal terrorismo, ma anche la mafia e i poteri paralleli. Ma sotto l’apparente stabilità hanno cominciato a covare malesseri sempre più diffusi che hanno portato alla nascita della lega Nord e all’inchiesta “mani pulite”. Siamo di fonte ad un’altra biforcazione catastrofica che ha portato alla fine della prima repubblica e dei suoi partiti storici. Siamo nel caos dove ogni mutamento del sistema porta a risultai imprevedibili. E in questo sistema caotico un uomo solo, nano, molto ricco e con i capelli posticci fonda un nuovo partito e prende il potere. Ma il sistema è ancora instabile, con partiti e nuovi personaggi politici che compaio e scompaiono. Non credo che siamo ancora usciti dalla transizione critica anche perché spesso le facce sono rimaste le stesse e i partiti hanno solo cambiato nome.

Tornando alla crisi economica globale, con cui abbiamo cominciato tutto questo discorso, anche in questo caso credo ci troviamo di fronte ad una biforcazione catastrofica. Il capitalismo senza regole, che ha garantito un periodo di relativa stabilità è ormai alle corde e piccole fluttuazioni del mercato provocano ripercussioni imprevedibili sulle economie di tutti i paesi del mondo. Nei periodi di biforcazione catastrofica, come abbiamo visto, i meccanismi di feedback positivo hanno il sopravvento e il tentativo di arginare le derive del sistema rappresenta una lotta contro i mulini a vento destinata a fallire. Contrastare l’evolversi del sistema è una battaglia persa in partenza. Meglio farebbero i governi a prepararsi e ad organizzarsi per il nuovo equilibrio su cui si assesterà il sistema. Ma per poter fare questo occorrono uomini (politici, economisti  e ricercatori scientifici) preparati, capaci di riconoscere i meccanismi tipici dei sistemi complessi e soprattutto capaci di gestirli. Occorrono cioè persone che sappiano affrontare problemi complessi e non lineari, che sappiano vedere oltre l’ovvietà e l’apparenza, che sappiano cioè vedere dietro l’albero di Alice (vedi IMAGE). In questa ottica la scelta del governo italiano di tagliare i fondi all’istruzione e alla formazione, per investire invece nelle banche, in queste banche, è davvero scellerata.

Tutte queste chiacchiere sono scaturite commentando la notizia dell’aumento del prezzo del pane a fronte della diminuzione del costo del grano. Ma non è una notizia da sottovalutare! Non è stato forse il pane o meglio la sua mancanza, l’origine della rivoluzione francese?

3 commenti:

lucaft ha detto...

Ma il temporale proprio a New York? Non si potrebbe fare l'esempio contrario?

Interessante, ma devi scrivere meno fitto; così è difficilmente leggibile.

lucaft ha detto...

Tu sei quello con la macchina gialla vicino all'autobus?

Unknown ha detto...

Bravo, mai riconosciuto.


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Per il logo si ringrazia Lucaft qui ritratto in foto