VIP

martedì 11 novembre 2008

BUNAGANA


Vado a vedere il visto di ingresso sul passaporto. C’è scritto Repubblica Democratica del Congo – Bunagana, la data riportata è quella del 13 agosto 2008. Bunagana è una città al confine tra Congo e Uganda, nel nord Kivu (la regione fertile e ricca di risorse mineraria sulle coste dell’omonimo lago) a circa 60 km a nord di Goma  che ne è la capitale. Quel giorno del 13 agosto scorso, come ho già raccontato su questo blog, siamo andati sotto scorta dell’esercito Congolese a vedere i gorilla di montagna sui monti Virunga entrando nel paese da Bunagana, appunto. Quel giorno, forse il più bello di tutto il viaggio, è trascorso tranquillamente ed in allegria. Non sapevamo allora che di lì a pochi giorni quella zona sarebbe stata testimone di scontri armati tra l’esercito e i ribelli capeggiati dal generale Nikunda. La ripresa dei combattimenti nella zona risale al 28 agosto, solo 15 giorni dopo la nostra visita, e qualche giorno dopo, precisamente il 3 settembre, il confine di Bunagana è stato chiuso. Quel giorno non lo sapevamo e non lo potevamo sapere ma probabilmente solo a pochi chilometri da noi le truppe ribelli si stavano armando e preparando al conflitto.

Siamo stati fortunati, maledettamente fortunati, meno fortunati però sono stati quelle persone e soprattutto quei bambini che abbiamo incontrato quel giorno e che oggi, se non sono morti fanno parte del numero crescente di profughi. La situazione attuale e sotto gli occhi di tutti, migliaia di morti e 250.000 profughi che si vanno ad aggiungere a quelli già presenti nella zona. Si perché quella odierna è una recrudescenza di un conflitto che si protrae da anni, e che si era interrotto per qualche mese di fragile tregua. I numeri di questa guerra sono impressionanti: oltre quattro milioni di morti dal 1998 ad oggi, oltre un milione di profughi (nel nord Kivu un abitante su quattro è in fuga dalla guerra dopo aver perso tutto quello che possedeva), fame ed epidemie sempre più diffuse. La maggior parte dei profughi è rappresentata da bambini e donne spesso colpite da stupri usati come arma di guerra.

Nonostante queste cifre terrificanti, per avere un’idea dell’entità basti pensare che i caduti italiani nella seconda guerra mondiale sono stati “appena” 313.000), nei giornali le notizie al riguardo si trovano in smilzi trafiletti e pure alla televisione i fatti vengono riportati col contagocce. E’ una guerra lontana e che non va ad intaccare direttamente gli interessi economici di noi occidentali. Ma la latitanza e la pressappochezza dell’informazione è sconcertante e sconfortante al tempo stesso. I giornali di questi giorni dedicano pagine e pagine su gli apprezzamenti, riguardo all’abbronzatura naturale, fatti dal nostro folcloristico  primo ministro sul neoeletto presidente degli stati uniti (apprezzamenti che di per se si commentano da soli senza ulteriori approfondimenti) e solo poche righe a quanto avviene in Congo. E soprattutto le informazioni riportate sono incomplete. Si parla dei morti e dei profughi ma non di perché in questa regione si combatte e ci si uccide. Chi di voi sa quali sono le cause di questi combattimenti sanguinosi? Pochi? Nel prossimo post cercherò di fare un po’ di chiarezza al riguardo. Abbiate solo un pò di pazienza.

Nessun commento:


credits

credits
Per il logo si ringrazia Lucaft qui ritratto in foto