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venerdì 11 novembre 2011

Un caso di coscienza


Mi rivolgo questa volta ai miei amici blogger o a quanti tra i miei lettori scrivono a vario titolo per lavoro o per diletto.
Immagino che sarà capitato anche a voi nel leggere romanzi, articoli giornalistici, saggi o post su internet, di esservi imbattuti in quelle pagine che riportano nero su bianco ma scritte da altri, riflessioni e considerazioni che riconoscete in qualche modo, subito come vostre. Trovate cioè riportate da qualcun altro cose che avreste voluto scrivere da tempo ma non avete avuto il tempo o la voglia di fare prima. Maledetta pigrizia!
Certo, magari quello che avreste aver voluto scrivere, lo trovate scritto meglio di quanto voi avreste potuto mai fare, perché bisogna dirlo: alla fine di autori più bravi od arguti di noi in giro se ne trovano, per fortuna, sempre. Battuti sul tempo e col rammarico di non essere stati più solerti e costruttivi; cosa fare in questo caso?
Fare finta di niente è sicuramente il primo impulso, anche il più comodo. Con un po' di fortuna chi vi legge non condivide le vostre stesse letture e i vostri scritti potranno passare per originali senza il rischio di poter essere tacciati di plagio. D'altronde di cose originali da dire ce ne sono ormai poche e questo non può essere un alibi per l'astenersi dallo scrivere con continuità.
Devo dire che a meno che l'intento dello scritto non sia meramente divulgativo, per cui è pacifico che l'argomento di cui si scrive non sia farina del proprio sacco; mi trovo sempre un po' in imbarazzo a non detenere l'assoluta originalità di ciò di cui scrivo. Ma l'imbarazzo è solo iniziale, il tempo di scrivere i primi periodi e poi l'estro creativo ha il sopravvento su eventuali remore moralistiche.
Forse in questi casi sarebbe però onesto citare la fonte, anche se non direttamente. Basterebbe scrivere en passant "come ha già scritto Tizio" o "come pensa di fare Caio", a mo' di citazione, per mettere a tacere la coscienza, sempre per chi ne abbia una.
Io personalmente tendo a tralasciare qualsiasi forma di citazione laddove l'autore seppur più solerte di quanto non lo sia stato io, non è ritenuto da me degno di nota. Mentre trovo sia giusto riportare la paternità della citazione qualora nell'autore ripongo stima ed ammirazione.
Tutto questo pippone nasce dal fatto che nel leggere "Infinite Jest" di David Foster Wallace un romanzo folle di oltre 1200 pagine di cui oltre 100 di sole note, mi sono imbattuto in alcune interessanti considerazioni che l'autore fa sul fallimento della videotelefonia rispetto alla telefonia tradizionale (solo voce). Con quello che scrive il compianto autore americano riguardo alle video chiamate, non solo mi sono trovato perfettamente concorde ma sono anche sicuro di aver espresso quegli stessi concetti a voce a Luca (mio mentore per tutto quello che riguarda la tecnologia ma non solo) in tempi non sospetti: quando cioè di Infinite Jest non avevo letto neanche una pagina. Leggere quei concetti che in qualche modo erano anche miei, superbamente espressi con ironia e arguzia da DFW nel suo romanzo, mi ha fatto venire la voglia di scrivere un post sull'argomento. Ma poi mi sono chiesto con quale coraggio riscrivere ciò che era stato tanto brillantemente già scritto. E' anche vero però, ho pensato, che non certo molti dei miei seppur acculturati lettori, avranno affrontato la titanica impresa rappresentata dalla lettura di Infinite Jest. Quindi penso che quel post, alla fine, lo scriverò riconoscendo apertamente però a DFW, l'originale paternità di certi concetti, nella speranza di instillare in chi magari non lo conosce la curiosità nei suoi confronti. Una specie di do ut des, io mi approprio delle sue riflessioni senza stare a recriminare sul fatto che comunque ero arrivato alle stesse conclusioni in piena autonomia e in compenso faccio opera di proselitismo.
Nel frattempo mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate.
A presto.

2 commenti:

Tacchino ha detto...

Alcune considerazioni:
1-Per quanto mi riguarda, non avendo mai letto ne sentito parlare di Infinite Jest, avresti anche potuto copiare un paio di capitoli e firmalri di tuo pugno: hai perso un’ottima occasione per soggiogarmi definitivamente al tuo talento (anche se rubato).
2-La questione dell’originalità delle idee è quantomeno relativa: a mio parere (come ho scritto anche in un paio di post (http://taccuino22.blogspot.com/2010/05/copyright-2.html) non esistono idee davvero originali, sono tutte un evoluzione delle precedenti. Quindi ben venga una tua rivisitazione di Infinite Jest.
3-Adesso mi spiego perché nessuno visita il mio nuovo blog: il link a Taccuino su Morcatana rimanda ancora al vecchio indirizzo!

Unknown ha detto...

Acc! provvedo subito alla doverosa rettifica.
Morc


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Per il logo si ringrazia Lucaft qui ritratto in foto