Mi è sempre piaciuta l'etimologia delle parole in particolare di quelle straniere. Scoprire delle origini comuni tra lingue diverse è un esercizio intellettuale che trovo al contempo stimolante ed intrigante e che mi fa sentire, in qualche maniera, meno provinciale e più cittadino del mondo. Ora non è che conosca poi tutte queste lingue: parlo l'inglese in maniera poco più che scolastica, riesco ad esprimere qualche concetto elementare in spagnolo, balbetto qualche parola in francese e so contare fino a dieci in swahili (per quel che può servire!); per cui il mio interesse etimologico per le parole straniere si limita quasi esclusivamente a quelle inglesi.
Da questo punto di vista comunque la lingua inglese si presta a considerazioni interessanti. Tutti abbiamo imparato a scuola che l'inglese è una lingua di origine anglosassone e quindi appartenente al ceppo delle lingue di origine germanica (la Sassonia è infatti una regione della Germania). Meno enfasi comunemente si dà al fatto che il latino ha contribuito in maniera massiccia allo sviluppo dell'inglese così come lo conosciamo oggi. Infatti oltre il 50% delle parole del vocabolario inglese derivano da termini latini e molte delle stesse parole inglesi di origine germanica hanno un sinonimo di origine latina (basti pensare a freedom e liberty o a pig e pork ecc.). Trovare delle origini comuni alla nostra lingua nelle parole inglesi è una cosa che da una parte ci regala qualche piccola soddisfazione - soprattutto in questo periodo storico in cui la nostra lingua è terreno di conquista per i neologismi e i barbarismi inglesi, sentirsi i diretti discendenti di quegli antichi romani che esportarono il latino fino alla Britannia non può che farci inorgoglire, anche se ad onor del vero bisogna dire che solo una piccola parte dei vocaboli inglesi di origine latina furono introdotti al tempo dell'invasione delle legioni di Roma ma entrarono a far parte della lingua solo molti secoli dopo per mezzo del francese, lingua di origine latina, a seguito dell'invasione normanna e per il fatto che il francese per un certo periodo fu considerata come la lingua colta della nobiltà tanto da essere di utilizzo comune presso la corte d'Inghilterra - dall'altra ci facilita apparentemente l'eloquio anglofono. Dico apparentemente perché spesso sono proprio quelle parole inglesi che ci appaiono più familiari perché simili alle omologhe della nostra lingua, che nascondono insidie linguistiche subdole. Infatti se da una parte è vero che le nostre legioni portarono il loro bagaglio linguistico almeno fin al di qua del vallo di Adriano è altrettanto vero che le popolazioni locali non assorbirono nel tutto passivamente la dote di questi nuovi lemmi. Così qualche volta, oserei dire: anche fin troppo spesso, le parole inglesi di origine latina hanno sfumature di significato diverse rispetto alla corrispettive italiane cosicché si può facilmente incorrere facilmente nell'errore imperdonabile di utilizzare parole inappropriate. Senza allontanarci troppo dal vallo di Adriano di cui poco sopra, non sfuggirà, vista l'assonanza, che la parola inglese "wall" trova origine proprio dalla parola latina "vallum". Ora in latino il vallo era la fortificazione rappresentata dalle palizzate di legno che cingevano il castrum cioè l'accampamento delle legioni e che in senso più lato veniva riferita alle fortificazioni in genere: sia che esse fossero di legno, di pietra o di mattoni. E mentre in italiano la parola vallo ha mantenuto il significato originale latino, gli inglesi che di vallo ebbero come imponente modello quello in muratura di pietra di Adriano, estesero il concetto di vallo cioè di wall alle murature in genere perdendo così il significato originario più specifico di fortificazione.
Ma aggiungiamo un altro mattone al vallo (per dirla alla Roger Waters) del nostro discorso e facciamo un altro caso esemplificativo di quanto sopra esposto. Prendiamo le parole inglesi "notorious" e "famous". Sono chiaramente entrambe di origine latina: la prima deriva da notus che è il participio perfetto del verbo noscere (variante del più frequente gnoscere); la seconda viene dall'aggettivo famosus. Ma mentre i corrispettivi in italiano: notorio e famoso, sono sinonimi; in inglese famous e notorious non sono del tutto equivalenti. Infatti sebbene entrambi significano "famoso" nel senso di conosciuto, hanno una sfumatura diversa. Il primo possiede un'accezione negativa e si riferisce a qualcosa o qualcuno noto per delle caratteristiche negative cosicché può farsi corrispondere all'italiano "famigerato" mentre il secondo si riferisce a chi ha fama intesa in senso positivo. Per cui se parlando ad un britannico nella sua lingua, vi riferite al Papa coll'aggettivo notorious non vi stupite se questi vi guarderà con stupore a meno che non sia un anglicano antipapista convinto.
Quindi ricordate se non volete fare gaffe, Napolitano è famous; Berlusconi invece è notorious, tristemente notorious...
Da questo punto di vista comunque la lingua inglese si presta a considerazioni interessanti. Tutti abbiamo imparato a scuola che l'inglese è una lingua di origine anglosassone e quindi appartenente al ceppo delle lingue di origine germanica (la Sassonia è infatti una regione della Germania). Meno enfasi comunemente si dà al fatto che il latino ha contribuito in maniera massiccia allo sviluppo dell'inglese così come lo conosciamo oggi. Infatti oltre il 50% delle parole del vocabolario inglese derivano da termini latini e molte delle stesse parole inglesi di origine germanica hanno un sinonimo di origine latina (basti pensare a freedom e liberty o a pig e pork ecc.). Trovare delle origini comuni alla nostra lingua nelle parole inglesi è una cosa che da una parte ci regala qualche piccola soddisfazione - soprattutto in questo periodo storico in cui la nostra lingua è terreno di conquista per i neologismi e i barbarismi inglesi, sentirsi i diretti discendenti di quegli antichi romani che esportarono il latino fino alla Britannia non può che farci inorgoglire, anche se ad onor del vero bisogna dire che solo una piccola parte dei vocaboli inglesi di origine latina furono introdotti al tempo dell'invasione delle legioni di Roma ma entrarono a far parte della lingua solo molti secoli dopo per mezzo del francese, lingua di origine latina, a seguito dell'invasione normanna e per il fatto che il francese per un certo periodo fu considerata come la lingua colta della nobiltà tanto da essere di utilizzo comune presso la corte d'Inghilterra - dall'altra ci facilita apparentemente l'eloquio anglofono. Dico apparentemente perché spesso sono proprio quelle parole inglesi che ci appaiono più familiari perché simili alle omologhe della nostra lingua, che nascondono insidie linguistiche subdole. Infatti se da una parte è vero che le nostre legioni portarono il loro bagaglio linguistico almeno fin al di qua del vallo di Adriano è altrettanto vero che le popolazioni locali non assorbirono nel tutto passivamente la dote di questi nuovi lemmi. Così qualche volta, oserei dire: anche fin troppo spesso, le parole inglesi di origine latina hanno sfumature di significato diverse rispetto alla corrispettive italiane cosicché si può facilmente incorrere facilmente nell'errore imperdonabile di utilizzare parole inappropriate. Senza allontanarci troppo dal vallo di Adriano di cui poco sopra, non sfuggirà, vista l'assonanza, che la parola inglese "wall" trova origine proprio dalla parola latina "vallum". Ora in latino il vallo era la fortificazione rappresentata dalle palizzate di legno che cingevano il castrum cioè l'accampamento delle legioni e che in senso più lato veniva riferita alle fortificazioni in genere: sia che esse fossero di legno, di pietra o di mattoni. E mentre in italiano la parola vallo ha mantenuto il significato originale latino, gli inglesi che di vallo ebbero come imponente modello quello in muratura di pietra di Adriano, estesero il concetto di vallo cioè di wall alle murature in genere perdendo così il significato originario più specifico di fortificazione.
Ma aggiungiamo un altro mattone al vallo (per dirla alla Roger Waters) del nostro discorso e facciamo un altro caso esemplificativo di quanto sopra esposto. Prendiamo le parole inglesi "notorious" e "famous". Sono chiaramente entrambe di origine latina: la prima deriva da notus che è il participio perfetto del verbo noscere (variante del più frequente gnoscere); la seconda viene dall'aggettivo famosus. Ma mentre i corrispettivi in italiano: notorio e famoso, sono sinonimi; in inglese famous e notorious non sono del tutto equivalenti. Infatti sebbene entrambi significano "famoso" nel senso di conosciuto, hanno una sfumatura diversa. Il primo possiede un'accezione negativa e si riferisce a qualcosa o qualcuno noto per delle caratteristiche negative cosicché può farsi corrispondere all'italiano "famigerato" mentre il secondo si riferisce a chi ha fama intesa in senso positivo. Per cui se parlando ad un britannico nella sua lingua, vi riferite al Papa coll'aggettivo notorious non vi stupite se questi vi guarderà con stupore a meno che non sia un anglicano antipapista convinto.
Quindi ricordate se non volete fare gaffe, Napolitano è famous; Berlusconi invece è notorious, tristemente notorious...
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