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lunedì 8 ottobre 2007

CACCHIELLI VOSTRI!


Chi ha letto “Il senso di Smilla per la neve” di Peter Høeg forse ricorda che in Groenlandia esistono almeno nove modi diversi di dire neve. La cosa denota come per i groenlandesi la neve non sia neve e basta come per noi ma qualcosa di vivo che assume colori, forma e consistenze a seconda delle condizioni termoigrometriche in cui si trova: ognuna delle quali ha diritto ad avere un nome proprio appunto diverso e specifico.
Così anche in napoletano la varietà di termini relativi alla cacca e dintorni è ricca e colorata.
Un mio amico napoletano compagno di viaggio in Africa ci spiegò durante una serata zanzibarese che i “chiacchielli” erano i pidocchi che vivevano sui peli del buco del culo. Chissà quanti termini esistono in napoletano per indicare i pidocchi? Suscitando in noi vivo interesse e ammirazione per una lingua che aveva un nome specifico per un animaletto così insignificante che il buon Piero Angela non ha mai degnato del benché minimo interesse. Certo sono più interessanti i leoni o le balene ma provate ad avere uno di questi piccoli animaletti come abitante del vostro buco più sacro…
Comunque oggi questo mio amico mi avverte che un suo amico, napoletano anch’esso, l’ha colto in fallo! Non si dice infatti chiacchiello ma bensì cacchiello!. E mi manda, denotando una non comune onestà intellettuale, le mail di rettifica che il suo amico gli ha inviato. Mail che a mia volta riporto per intero certo di fare cosa gradita a tutti i cultori della lingua napoletana!


Caro mio discepolo,
si dice "cachiello", non "chiachiello".
Per il resto, è più o meno come dici tu:
- "cachiello" può utilizzarsi sia ad indicare un "figlio di papà", uno con la puzza sotto al naso, sia per indicare una persona modesta e di scarsa serietà, ergo, anche un uomo o ragazzo che corteggia qualsiasi donna che gli capiti a tiro; è in questa sua ultima accezione, in particolare, che il termine "cachiello" diventa sinonimo di "fariniello", persona fatta di una certa pasta, bellimbusto, cascamorto, impiccione;
- il "tarzaniello" è la piccola pallottolina di sterco che rimane "aggrappata" alla peluria del deretano dopo aver defecato, a mo' di Tarzan aggrappato alla liana.
Quanto a quelli che definisci "pidocchi del culo", forse ti confondi con il termine "chiattillo". "Chiattillo", letteralmente, significa piattola (pidocchio del pube, volgarmente noto come piattola per la sua forma schiacciata) ed è per questo che è adoperato altresì ad indicare persona molto attaccata agli schemi ed alle norme di comportamento, ingessata in un modello.


Solo una lingua nobile e figlia di una storia millenaria come il napoletano può avere una cotanta varietà lessicale!

2 commenti:

lucaft ha detto...

Non ho capito molto bene l'ANALOGIA Groenlandia-neve, Napoli-cacca comunque un'ottimo post, davvero molto interessante anche se spero di non doverne mai palare di "cachielli" e pertanto posso permettermi di dimenticare subito questo termine.

Alessandro De Benedetti ha detto...

Per spezzare una lancia a favore del mio fratellino devo dire che l'ANALogia (o connubio) neve-cacca c'è. L'ha garbatamente illustrata quel gran genio di Tomas Milian, alias er monnezza: "Pure se cachi sotto 'a neve, quanno 'a neve se scioje, la merda vie' sempre a galla."

Con il dovuto rispetto per Peter Hoeg.


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