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martedì 26 luglio 2011

FABULA RASA


Indagini statistiche svolte a campione sulla vasta platea dei miei lettori, hanno evidenziato come più del 60% di loro sia munito di prole. Non avevo mai preso nella dovuta considerazione questo dato. Ho sempre scritto i miei post pensando ai miei lettori come a delle persone con più o meno la mia stessa età adolescenziale e non mi sono mai preoccupato del fatto che potessero avere dei figli. Ora non che voglia mettermi a scrivere, di punto in bianco, post per bambini... però potrei scrivere di qualcosa che potrebbe essere fruito anche da loro, magari col tramite dei loro genitori.

Ecco potrei scrivere una favola, per esempio!

Ma fa caldo, è estate, le vacanze sono ancora lontane, sono stanco e una favola inedita non ce la faccio proprio a scriverla ora. Però magari potrei riadattare e rendere più attuale qualche favola esistente. Una di quelle vecchie favole di una volta. Anche perché così, non dovrei nemmeno pagare i diritti d'autore a chicchessia.

Tra l'altro, ho sempre pensato che ci sia la necessità di attualizzare, in qualche modo, le favole “classiche”. Tutto cambia: la società, la morale, il senso del pudore e del ridicolo, la famiglia... Solo le favole rimangono sempre uguali a loro stesse, con il rischio di perdere inesorabilmente la loro funzione formativa.

Vediamo... potrei riadattare la favola dei tre porcellini. Perché no?

Beh l'inizio sarebbe lo stesso: ci sono tre fratelli porcellini che cacciati di casa perché ormai bamboccioni, si costruiscono ognuno una casa propria. Il primo, il più sfaticato, la fa di paglia. Ma arriva il lupo che di mestiere si mangia i maialini, e con un soffio potente fa crollare l'instabile casa. Allora il primo porcellino, senza più riparo, corre dal fratello mezzano che più previdente, si era costruito una casa di legno. Ma il lupo che evidentemente non soffriva di enfisema polmonare ma anzi era esperto di esercizi di iperventilazione, soffiò con ancora più forza e fece crollare l'abitazione lignea. A quel punto i due porcellini corsero dal fratello maggiore che, calvinista e massone, lavorando di gran lena si era costruito una casa di mattoni. Finalmente i tre porcellini si sentirono definitivamente al sicuro all'interno dell'involucro in laterizio, e cominciarono a dileggiare il lupo: “Siam tre piccoli porcellin siamo tre fratellin... mai nessuno ci prenderà trulla trullalà. Il più piccolo dei tre fa la cacca nel bidet.., ecc.”

Ecco: fin a qui è la favola che conosciamo tutti. Ora vediamo di attualizzarla un po'...

Il lupo capì subito che nonostante le sue doti polmonari decisamente al di sopra della media non ce l'avrebbe mai fatta a far crollare la casa di mattoni col suo soffio. Tra l'altro il porcellino maggiore doveva essere anche un ambientalista convinto, visto che la casa non era scaldata con il camino ma con una più efficiente pompa di calore elettrica. Ma nonostante l'impossibilità di entrare “classicamente” nella casa attraverso il camino, il lupo non si diede per vinto e dimostrando di avere un indice di cefalizzazione superiore, fece un esposto circostanziato ai vigili urbani.

Così quando i tre porcellini sentirono bussare alla porta, risposero: “Sei quel fetente del lupo vero? Tanto non ti facciamo entrare!”. Al che una voce che non era quella del lupo, rispose: “In realtà siamo i vigili urbani nelle vesti di pubblici ufficiali. Fossi in voi starei attento con le parole!”.

“ah” rispose il porcellino più grande, capendo sin da subito che quella giornata iniziata male sarebbe finita di merda... “che volete?”

“Ci mostra gentilmente il permesso di costruire relativo all'edificazione di questa abitazione?” chiese con fermezza il vigile più anziano. “Non ce l'ho” disse il porcellino con un filo di voce.

“Allora questo è un abuso edilizio: un reato penale. Seguiteci in pretura!”.

Il lupo che aveva assistito a tutta la scena rise sotto i baffi. Non aveva racimolato il pranzo agognato a base di braciole di maiale ma ci aveva guadagnato una casa ben costruita, termoautonoma e nuova di zecca. A questo punto il lupo che sapeva il fatto suo, non stette con le mano. Fece qualche telefonata e in men che non si dica si procurò un permesso di costruire falso, un certificato di agibilità falso anch'esso, l'iscrizione al catasto e l'atto di proprietà. E visto che c'era, illecito più illecito meno, commissionò ad una squadra di sette nani extracomunitari senza permesso di soggiorno la sopraelevazione abusiva di un paio di piani della casa, la chiusura di alcune verande, la realizzazione di un parcheggio interrato su tre piani fuori sagoma, più altre varie superfetazioni di facciata di entità minore.

Finiti che furono i lavori, il lupo decise di far fruttare il nuovo edificio di cui era ormai l'unico legittimo proprietario. E così inaugurò il primo centro di accoglienza del mondo delle favole per persone disagiate, chiaramente interamente sovvenzionato dal Comune.

I primi ospiti furono Hansel e Gretel, un commovente caso di abbandono da parte dei genitori. Non furono ospiti facili. Visto che prima tentarono di mangiarsi i tramezzi della loro stanza e poi bruciarono un'infermiera nella stufa. Ma la retta mensile che pagava il Comune coprì abbondantemente i costi per le opere murarie e per l'occultamento di cadavere.

Con Alice fu tutto più facile. Alice era una bambina che andata in gita scolastica ad Amsterdam vi si era trasferita in pianta stabile diventando una tossicodipendente allucinata. Vi rimase un paio di anni provando tutte le droghe e gli psicofarmaci che riusciva a rimediare, fino a quando fu espulsa dall'Olanda e affidata al centro. Ci vollero tre anni di metadone e altri quattro di analisi per liberarla da tutte le sue allucinazioni ma alla fine si riprese e uscì guarita dal centro.

Poi fu la volta di Cappuccetto Rosso che arrivò al centro in stato confusionale e in cinta di sette mesi. Non volle mai raccontare, neanche agli psicoterapeuti che la avevano in cura, cosa successe veramente in quella stanza a casa della nonna con il lupo, il cacciatore e la nonna stessa. Anche se il sospetto irsutismo del bambino che nacque e le cartoline che riceveva da parte della nonna, tutte provenienti dai più famosi luoghi di safari dell'Africa, lasciarono più di qualche sospetto su quello che avvenne veramente.

Poi ci furono Pollicino che fu abbandonato nel bosco e fu curato per anni per sindrome da disturbo post-traumatico e poi Biancaneve che si iscrisse al gruppo di sostegno per vittime di stalking e molestie sessuali e poi ancora Cenerentola vittima di mobbing e sfruttamento del lavoro minorile.

Insomma al centro di accoglienza il lavoro non mancò mai. Il lupo divenne così ricco che pasteggiava solo con manzo di Kobe che si faceva arrivare due volte a settimana direttamente in aereo dal Giappone: che lui la carne di maiale, a volerla dire tutta, non l'aveva mai digerita.

E i porcellini? Vi chiederete voi. Che fine avranno fatto? Beh senza casa, senza arte ne parte, senza istruzione e con poca voglia di lavorare, non poterono fare altro che buttarsi nella politica dove diventarono esponenti di spicco della PDL (Porcelli della Libertà).

I più maligni dicono che la loro vertiginosa ascesa politica fu aiutata dal fatto di aver portato le loro sorelle maiale a qualche festino alla casa brianzola del porcello premier... ma a noi ci piacciono le favole e non ci crediamo!


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Per il logo si ringrazia Lucaft qui ritratto in foto