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giovedì 14 maggio 2009

PAPAYA DANCE


E’ estate. E come tutte le estati anche quest’anno verremo inesorabilmente sopraffatti da qualche “tormentone” estivo.

Eh si perché ogni estate ciccia fuori una canzoncina facilmente orecchiabile e ballabile senza richiedere troppe abilità specifiche, possibilmente fessa, che partendo dapprima in sordina da qualche posto sperduto del mondo, acquisisce fama planetaria. La diffusione che inizialmente parte lenta ad un certo punto grazie a meccanismi di feedback positivo (vedi complesstà e caos ) si amplificano a dismisura con un processo di auto amplificazione. E’ successo tanto per fare un esempio con la macarena nel 1996, con Aserejè del Las Ketchup nel 2002, con Chihuahua  di DJ Bobo nel 2003 e via via fino ad Umbrella di Rihanna più recentemente.

Tutte queste canzoncine hanno degli aspetti comuni: hanno un testo stupido (se non ci credete cercate la traduzione su internet di qualcuno di quelli sopra citati), sono orecchiabili, hanno un ritornello che viene ripetuto ossessivamente, sono cantati da cantanti semisconosciuti che dopo il successo planetario estivo ritornano generalmente nell’anonimato da cui sono venuti, e soprattutto sono facilmente ballabili anche da un geometra del catasto.

E tutti noi ogni anno dobbiamo fare i conti con il tormentone estivo di turno. All’inizio tentiamo di difenderci: quando le riconosciamo per radio cambiamo stazione, ci rifiutiamo di ballarle autoriconoscendoci una certa dignità. Ma poi con l’amplificarsi del fenomeno capitoliamo, subentra in noi un atteggiamento più passivo, non tentiamo più di difenderci e ci lasciamo sopraffare dall’ineluttabile impatto mediatico del tormentone di turno. Alzi la mano chi di voi non ha almeno una volta ballato la macarena, magari sotto l’effetto dell’alcol!

Ma quest’estate cambio strategia. Non rimarrò passivo ad aspettare passivamente. Quest’anno voglio essere io a influenzare gli altri.

E per questo anticipando i tempi vi propongo quello che secondo me sarà il tormentone dell’estate: la “Papaya Dance”. Per una volta voglio essere io ad aiutare la diffusione e l’amplificazione di un tormentone estivo. La “Papaya Dance” ha tutte le carte in regola per diventare il prossimo tormentone: è stata scritta da una illustre sconosciuta, tale Urszula Dudziak polacca di nascita; ha un testo beota (dice “pirpiripii piripiripii pipiri pipiri …”), la potrebbe ballare anche un parkinsoniano, ed ha cominciato a diffondersi in un posto discograficamente parlando sconosciuto: le Filippine.

E nelle Filippine il fenomeno della papaya dance ha già dell’incredibile. Viene ballato in ogni dove; in caserma dall’esercito, in prigione dai detenuti e anche dall’ambasciatrice USA.

Non voglio prendermi però tutto il merito della scoperta. In Italia Victoria Cabello nel suo programma trasmesso da La7 “Victor Victoria” sta già spingendo il fenomeno come avrete potuto vedere nel riquadro qui a fianco. Ma io nel mio piccolo farò del mio meglio per diffondere la papaya dance e chiedo a voi di fare altrettanto. Se diventerà il tormento dell’estate potremo sempre così dire che è stato anche un po’ merito anche nostro.

E intanto un compitino per casa. Chi riesce a trovare l’ASCII Papaya Dance, analogamente a l’ASCII Macarena riportata sotto?

 

 

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  .|.    \|.   \|/   //    X     \      |    <|    <|>   (ASCII Macarena)
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3 commenti:

lucaft ha detto...

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diariodicucina ha detto...

A ingegné, ma che t'hanno fatto i geometri del catasto?!

Alessandro De Benedetti ha detto...

Non è vero che la può ballare chiunque: Giurato non c'è riuscito.


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Per il logo si ringrazia Lucaft qui ritratto in foto