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martedì 12 maggio 2009

KNOCK ON THE TAX HEAVENS DOOR


Ho visto la puntata di domenica scorsa di Report sui paradisi fiscali ed in particolare sul nostro paradiso fiscale domestico: San Marino.

Beh la storia la sapete. Per sommi capi: San Marino possiede una legislazione in materia finanziaria e fiscale abbastanza allegra. Se società straniere, cioè italiane, vogliono risparmiare un bel po’ di soldini di tasse è sufficiente che fissino la loro sede legale a San Marino dove il regime fiscale è molto leggero. Se poi producono e vendono in Italia poco importa. Anche le banche sammarinesi fanno affari d’oro. A loro poco importa della provenienza dei soldi depositati. E così nelle loro casse, con la compiacenza delle principali banche italiane e con la latitanza della Banca di Italia che dovrebbe vigilare su tutto questo ma che invece si dimentica di farlo, finiscono i soldi degli evasori italiani, i soldi della malavita e i soldi provenienti da operazioni di riciclaggio.

I magistrati italiani che indagano su questi movimenti finanziari poco leciti cercando di far rispettare le leggi italiane e comunitarie contro l’evasione ed il riciclaggio, vengono fermati da una legge del 1939 che regola i rapporti tra Italia e San Marino. Questa legge che lascia alla repubblica di San Marino la facoltà di collaborare o meno con le autorità italiane per frenare questi comportamenti illeciti, fa giurisprudenza ed ha maggiore valore delle leggi italiane e comunitarie.

E qui non capisco. Ma come? Le leggi europee hanno maggiore valore delle leggi nazionali, tanto che siamo sempre oggetto di moratoria da parte della UE perché le normative nazionali non recepiscono correttamente le direttive CEE, e una legge del 1939 fa il bello e il cattivo tempo e se ne infischia dell’Europa tutta? Ma come è possibile?

Ci voglio vedere meglio e mi documento. La legge in oggetto è stata firmata da Vittorio Emanuele III Re d’Italia e di Albania e Imperatore di Etiopia. Ah ecco tutto si spiega! Deve essere che una legge imperiale vince su una semplice legge promulgata da una misera repubblica. E adesso come si fa a cambiarla? Ci vorrebbe un personaggio almeno equipollente a re Vittorio Emanuele III… Ma forse ce l’abbiamo: Emanuele Filiberto di Savoia! Certo non sarà a capo di due regni e di un impero come il bisnonno ma ha pur sempre vinto l’edizione di”Danzando sotto le stelle” mica bruscolini e poi adesso si presenta pure alle elezioni… Ma dobbiamo aspettare il ragazzo si deve ancora fare…

Allora se la legge non si può cambiare dobbiamo trovare un’altra soluzione. Io forse ce ne ho una e la voglio proporre al nostro governo che è il governo del fare e non si fossilizza certo sul rispetto di leggi e leggine. Tra l’altro quella che propongo è una risoluzione globale al problema dei paradisi fiscali che non interessa solo l’Italia ma tutto il mondo occidentale. Ecco come si risolve il problema dei paradisi fiscali:si invadono e si annettono.

Non è difficile! Tutti i paradisi fiscali sono staterelli minuscoli, non dotati di un vero esercito che quando c’è e solo di rappresentanza. Non opporranno certo una strenua resistenza. Per le potenze mondiali invaderli sarà un gioco da ragazzi. Il problema è spartirli equamente tra le varie nazioni. Al prossimo G8 Berlusconi potrebbe proporre ai suoi amici (Angela, Nicolas, Barack, Vladimir, Gordon, …) che l’Italia invade San Marino, la Francia il Principato di Monaco, la Spagna il Principato di Andorra, il Regno Unito le isole della Manica: Jersey, Guernsey e l’isola di Man, la Germania il Liechtenstein, gli Stati Uniti le Cayman e le isole Vergini. Rimarrebbe fuori solo la Russia a cui però potrebbero assegnare d’ufficio Cipro. La Cina Hong Kong se la è già ripresa e per il Giappone qualcosa si trova.

Si stabilisce un giorno facile da ricordare per i futuri studenti di storia, tipo 10/10/2010, è in quel giorno tutti questi staterelli vengono annessi dalle varie potenze mondiali e ne recepiscono le leggi e la costituzione. Fine dei giochi.

Credo però che questo non succederà. E non certo per il rispetto delle leggi internazionali. Tutto sommato credo che l’esistenza di questi staterelli con i loro privilegi faccia comodo a troppe persone.

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