
Ogni promessa è debito: l’altra volta ( vedi FORMICAI, IMPERI, CERVELLI) avevo detto che avremmo visto come la teoria della complessità possa spiegare tante delle cose che ci circondano, oggi quindi ci occuperemo proprio di questo. Prima però dobbiamo compiere un altro passetto nella comprensione dei meccanismi che regolano i sistemi complessi. L’altra volta abbiamo definito, anche se a grandi linee, cosa è un sistema complesso. Oggi vediamo cosa accomuna tutti i sistemi complessi indipendentemente dalla loro natura. I sistemi complessi non si prestano ad essere studiati a livello dei singoli individui costituenti. Le relazioni che li legano, come infatti abbiamo già visto, non sono lineari per cui tra input ed output non c’è una correlazione diretta di causa ed effetto e il comportamento di ogni attore che prende parte al sistema è influenzato da quello di tanti altri anche non contigui e gli effetti possono manifestarsi anche a distanze temporali notevoli (quest’ultimo aspetto non è trascurabile, pensate al ritardo con cui il rilascio dei vari tipi di freon nell’atmosfera ne ha provocato il buco dello strato di ozono o al tempo che è passato tra le prime emissioni di CO2 agli albori dell’era industriale e i tragici effetti dell’effetto serra che si cominciano riscontrare solo oggi). Per capirci, non possiamo studiare un formicaio analizzando il comportamento delle singole formiche: si spostano in maniera apparentemente casuale e incoerente. Se ci soffermassimo a vedere la singola formica che trasporta un pezzo di foglia verso il formicaio, la vedremmo muoversi a casaccio, avvicinarsi poi allontanarsi, poi posare il pezzo di foglia che poi viene preso in consegna da un’altra formica, ecc. Ci troveremmo di fronte ad un comportamento che preso singolarmente non ha una sua coerenza, almeno apparentemente. Ma se allargassimo la nostra visuale vedremmo una unica fila di formiche che trasporta pezzettini di foglia verso il formicaio comune. Guardando i sistemi complessi nella loro globalità, ed in particolare il loro evolversi cioè la loro dinamica, si nota che indipendentemente che si parli di colonie di batteri o della storia umana, questi si comportano con delle analogie inaspettate. L’evoluzione avviene per salti, a periodi di equilibrio pressoché stabile, in cui la complessità del sistema rimane costante, seguono periodi di forte instabilità chiamate biforcazioni catastrofiche a seguito delle quali il sistema trova una nuova stabilità ad un livello di complessità generalmente superiore ma che può essere anche inferiore. A cosa si deve tale comportamento evolutivo comune a fenomeni così diversi? La dinamica evolutiva è dominata da quei fenomeni di retroazione (feedback) che avevamo gi à visto l’altra volta. Questi meccanismi di retroazione possono essere negativi o positivi. Il feedback negativo è quello che stabilizza i processi ed ha il sopravvento nei periodi di stabilità. Prendiamo per esempio il semplice termostato del nostro impianto di riscaldamento: all’aumentare della temperatura ambiente il termostato opererà una diminuzione della temperatura dell’acqua che scorre nei termosifoni con conseguente diminuzione della prima variabile che così, a parte oscillazioni dovuti al ritardo del meccanismo di feedback, porta a mantenere costante
Tornando alla crisi economica globale, con cui abbiamo cominciato tutto questo discorso, anche in questo caso credo ci troviamo di fronte ad una biforcazione catastrofica. Il capitalismo senza regole, che ha garantito un periodo di relativa stabilità è ormai alle corde e piccole fluttuazioni del mercato provocano ripercussioni imprevedibili sulle economie di tutti i paesi del mondo. Nei periodi di biforcazione catastrofica, come abbiamo visto, i meccanismi di feedback positivo hanno il sopravvento e il tentativo di arginare le derive del sistema rappresenta una lotta contro i mulini a vento destinata a fallire. Contrastare l’evolversi del sistema è una battaglia persa in partenza. Meglio farebbero i governi a prepararsi e ad organizzarsi per il nuovo equilibrio su cui si assesterà il sistema. Ma per poter fare questo occorrono uomini (politici, economisti e ricercatori scientifici) preparati, capaci di riconoscere i meccanismi tipici dei sistemi complessi e soprattutto capaci di gestirli. Occorrono cioè persone che sappiano affrontare problemi complessi e non lineari, che sappiano vedere oltre l’ovvietà e l’apparenza, che sappiano cioè vedere dietro l’albero di Alice (vedi IMAGE). In questa ottica la scelta del governo italiano di tagliare i fondi all’istruzione e alla formazione, per investire invece nelle banche, in queste banche, è davvero scellerata.
Tutte queste chiacchiere sono scaturite commentando la notizia dell’aumento del prezzo del pane a fronte della diminuzione del costo del grano. Ma non è una notizia da sottovalutare! Non è stato forse il pane o meglio la sua mancanza, l’origine della rivoluzione francese?
3 commenti:
Ma il temporale proprio a New York? Non si potrebbe fare l'esempio contrario?
Interessante, ma devi scrivere meno fitto; così è difficilmente leggibile.
Tu sei quello con la macchina gialla vicino all'autobus?
Bravo, mai riconosciuto.
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