
Dicevamo… la vecchia sparisce e guarda caso subito dopo il pullman è finalmente riparato e pronto per partire. Saliamo su ma non facciamo neanche in tempo ad uscire da Kisoro che subito dobbiamo farvi ritorno perché la riparazione del serbatoio non ha tenuto e continuiamo a perdere benzina. Io ci vedo chiaramente un chiaro nesso causa – effetto con la vecchia ma anche in questo caso queste considerazioni le tengo per me. Questa volta per la riparazione ci fermiamo presso un fabbro per far saldare il serbatoio. Dovete sapere che in Uganda falegnami e fabbri sono in ogni dove e Kisoro ha una ricca dotazione degli uni e degli altri con i loro prodotti artigianali: letti, porte, finestre e bare in bell’evidenza lungo
Raggiungiamo il pullman completamente zuppi e zuppi rientriamo al campo. La giornata non ci riserva altre sorprese particolari e il giorno dopo si riparte per il lago Vittoria e le sorgenti del Nilo. E qui a Jinjia avviene un’altra esperienza strana e inquietante. Arriviamo a Jinjia, il posto dove dal lago Vittoria il Nilo comincia i suo percorso che lo porterà a riversare le sue acque sessanta giorni dopo nel Mediterraneo, e qui il gruppo si divide. Una parte, tra cui io, ripartirà subito per le Sipi Falls e l’altra parte rimarrà a Jinjia a riposarsi o a fare rafting sulle rapide del Nilo. L’indomani ci si riunirà di nuovo a Jinjia per poi fare ritorno insieme a Kampala ed infine ritornare in Italia. Le Sipi Falls sono delle cascate d’acqua in un massiccio isolato tra Uganda, Kenia e Tanzania. Ho dovuto insistere per andare, siamo alla fine del viaggio e la stanchezza comincia a farsi sentire, ma gran parte del gruppo ha condiviso l’idea di visitare un’ultima meraviglia naturale prima di ripartire per casa. Il pullman ha portato quelli che rimarranno a Jinjia a trovare una sistemazione per la notte e noi che proseguiremo per le Sipi Falls attendiamo il ritorno del pullman lungo una strada piena di bancarelle che offrono souvenir e cibo ai turisti. Siamo all’ora di pranzo e decidiamo di comprarci alcuni chapati che è una specie di piadina un po’ fritta. Io compro tre chapati e il tipo che li fa li arrotola e me li avvolge in carta di giornale. Sono appena fatti e scottano da morire. Lì appoggio su un muretto e aspetto che si freddino un po’. Quando si sono un po’ freddati apro il cartoccio di giornale e comincio a strappare pezzi di chapati che porto alla bocca con le mani. Man mano che mangio scopro parti di giornale che comincio a leggere distrattamente. Si tratta di annunci: non so dove cercano una infermiera.. mangio un altro po’ di chapati e leggo che cercano meccanici… altri pezzi di chapati e si scopre la foto di uno di cui i parenti danno la triste notizia del passaggio a miglior vita… Eh si è proprio la pagina degli annunci necrologici! Che culo! Ma non mi perdo d’animo e continuo a mangiare, la fame è fame, e scopro la foto di una donna di mezza età con gli occhi chiusi e gonfi e i lineamenti del viso tumefatti. Anche lei è morta! Evidentemente i parenti non avevano una sua foto da viva e hanno pensato bene di fargli una foto da morta. Un po’ come nel libro dei morti del film “The Others” quello con Nicole Kidman. Adesso è troppo però! Ora non ho più dubbi! Era macumba, ho sbagliato a non pagare la vecchia e a dare retta a Greta. A questo punto devo fare qualcosa per porre fine alla catena di eventi negativi! Si ma cosa?
Se lo volete sapere dovete attendere la prossima puntata.
TO BE CONTINUED
1 commento:
Ma non sarai tu che porti sfiga?
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