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martedì 27 aprile 2010

SETTE E LODE


Alice, la mia piccola musa e fonte di ispirazione (eh si sempre lei e mi sa che prima o poi mi toccherà riconoscerle delle royalties), l’altra sera mi ha detto di sfuggita di aver preso a scuola il voto di sette e lode ad un compito.
Alice per chi non lo sa, ha sei anni e fa la prima elementare. A quella età magari sette non è proprio un voto di cui andare fieri. Io e non lo dico per vantarmi, mi ricordo che alla sua età avevo tutti nove a dieci. Beh a parte quella volta che in prima elementare presi uno (si, si avete capito bene uno) perché avevo scritto, copiando erroneamente dalla lavagna, una pagina di “polla” invece che di “palla”. Ma questo è un altro discorso…
Torniamo ad Alice ed al suo voto. Dicevo che a quell’età, sette non è proprio il massimo della vita e lei ha pensato bene di abbellirlo con una lode che si è autoassegnata senza pensarci troppo su. E ancora non riesce a capacitarsi di cosa abbiamo noi grandi tanto da sorridere con sufficienza a quel suo sette e lode…
Quello di cui Alice si è resa protagonista inconsapevole è in realtà un atteggiamento che si va sempre più diffondendo nella nostra società governata in maniera prepotente dall’immagine e dall’apparire. Nel sistema di votazione scolastico a rigor di logica la lode non avrebbe motivo di esistere: 10 e lode non vale più di un semplice 10. Cioè 10 e lode vale esattamente come un 10 e non vale che so 10,1 o anche solo 10,001. La lode è una connotazione che si da al voto massimo per indicare che sei stato così bravo da andare in qualche misura “oltre” il massimo. Ma per un matematico il massimo è un limite per definizione invalicabile oltre il quale non si può andare, se no non sarebbe più di massimo ed essendo i voti assegnati su base numerica il concetto di lode appare superfluo e privo di significato logico. Una ridondanza: roba da umanisti!
In qualche modo potremmo dire che il voto espresso da un numero rappresenta la sostanza, il valore, la misura e la lode la forma, il modo con cui hai raggiunto quella misura. Fermo restando che la lode, a differenza di quanto pensi Alice, si associa solo al voto massimo: 10 o 30 che sia. In realtà non vedo motivo al mondo perché la lode non debba connaturare anche i voti intermedi. Sette e lode potrebbe poter infatti significare che vali sette ma che quel sette ti va proprio stretto tanto sei stato bravo, non certo come uno che ha preso otto, però… Alice è sempre un passo avanti.
Ma l’assegnare la lode anche ai voti intermedi non è un vezzo che ha solo Alice. Politici e giornalisti indulgono in questa attività. Per costoro riportare le cifre tonde, cioè solo la sostanza delle cose senza connotazioni accessorie e personali, rappresenta un rischio che non possono correre se non vogliono essere esposti al rischio di revisionismo. Nelle loro classifiche per esempio un terzo posto non sarà mai un semplice terzo posto ma sarà di volta in volta: un dignitosissimo terzo posto o un ottimo terzo posto o un terzo posto che vale come un secondo posto (cioè un terzo posto con la lode)
In Italia il debito pubblico sale senza controllo, il PIL diminuisce e la disoccupazione aumenta? Si ma stiamo uscendo dalla crisi meglio di altri paesi, voto: quattro e LODE.
Berlusconi davanti a Putin confonde la Russia con l’Urss ma dimostra una assoluta sicumera sulla bontà della tecnologia nucleare russa (d’altronde Chernobyl è in Ucraina), voto: quattro e LODE
La mafia italiana è solo la sesta nel mondo, voto: tre e LODE e baciamo le mani.


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Per il logo si ringrazia Lucaft qui ritratto in foto